martedì 25 settembre 2018

Il Futuro dopo Lenin

     Dopo una breve pausa estiva riprendono gli appuntamenti con L'Associazione Carmen Zanti.                     19 Ottobre ore 21, presso la Sala Del Consiglio,Cavriago

Una terra di mezzo, una terra di nessuno popolata da mafiosi, terroristi e trafficanti, l’ultimo baluardo dell’Unione sovietica, il buco nero dell’Europa dell’Est, e chi più ne ha più ne metta. La Transnistria viene descritta così da moltissime testate italiane e internazionali: un “paese-non-paese” dove regnano anarchia e contrabbando e dove è meglio non mettere piede se non si è leninisti o amici del Cremlino. Ma quanto c’è di vero in tutte queste descrizioni stereotipate?
Tre giovani autori hanno deciso di scoprirlo sulla propria pelle, mettendosi in viaggio alla scoperta di questo fazzoletto di terra racchiuso tra Moldavia e Ucraina e che fa capolino sulle mappe in modo ambiguo. E il risultato di questo viaggio si chiama “Il futuro dopo Lenin. Viaggio in Transnistria”, un libro pubblicato da Dots Edizioni nato un po’ per caso dall’incontro di due giornalisti e un fotoreporter
l viaggio dei nostri giovani autori, tra foto e interviste ai locali grazie alla conoscenza del russo di Martina, cerca di vederci chiaro, anche se probabilmente non soddisferà al 100% tutte le vostre domande su questo paese assurdo, dove più che il comunismo si è arenato un nuovo tipo di capitalismo. Ma se “Il futuro dopo Lenin. Viaggio in Transnistria” non risponderà a tutti i vostri quesiti, non biasimate i suoi autori, né tanto meno la gente locale che vive in questo “villaggio Potëmkin, dove il comunismo è rimasto lì per far da fondale”.

Un futuro senza Lenin?
“Sono Lenin e vodka quanto noi siamo spaghetti e mandolino.”
Non è stata solo la voglia di avventura e l’ebbrezza di ritornare indietro nel tempo, “scoprendo” l’ultimo bastione comunista, a far percorrere ai nostri tre curiosi chilometri e chilometri a bordo di un’auto targata Sondrio, da Pordenone a Tiraspol’, attraversando Slovenia, Ungheria, Romania e Moldavia, e toccando i confini d’Europa. I membri del collettivo volna mare, appassionati di Est Europa e spazio post-sovietico ognuno a modo suo, hanno voluto verificare con i loro occhi tutto quello che si raccontava sulla Transnistria seguendo la dicitura “se non vedo, non credo”.
E a noi non resta che credere alle loro testimonianze, testimonianze che varcano i confini post-sovietici, alla ricerca degli stivali di Stalin (a Budapest), delle minoranze linguistiche della Gagauzia (Moldavia del Sud) e del Batman-Lenin che troneggia davanti al Soviet Supremo di Tiraspol’, la capitale transnistra. Non dimenticano una tappa a Bendery, città sulla sponda ovest del Dnestr, che omaggia la cittadina emiliana di Cavriago intitolandone una via. Il motivo? Viene svelato nel libro!

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